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Imboic (Candiemas) La Candelora 2 Febbraio - Inizia la Primavera Esoterica

La Candelora


Imbolc, Oimelc, CandIernas, Brigids Feast, Ewonicoluc, Groundliog’s Day, Lupercalia, Candelo­ra: noto e celebrato in ogni tempo e in ogni parte del mondo, il Fe­stival del 2 Febbraio è la Grande Festa del Ritorno della Luce della tradizione Celtica, nel quale si risvegliava la Terra (Imbolc let­teralmente 'in the bel­ty' of the Motber, nel ventre della Madre Ter­ra). Questo Festival è tra i più esoterici e tra i più preziosi per i gran­di benefici spirituali e materiali che dona a chi lo celebra.

E' il Festival del rinno­vamento, della purificazione, della rinnovata giovinezza del corpo e dello spirito. Oggi le nuove correnti di pensiero e le scienze alternative stanno via via riscoprendo quanto sia importante armonizzarsi con i cicli della natura e a tutti diventa sempre più chiaro quanto la giovinezza del corpo sia legata a quella della mente. Imbolc è il Festival della Fonte di Giovinezza, dell'equilibrio della salute, del rinnova­mento profondo e della completa e perfetta purificazione.

Nella Figura: La Natura insegna alla Natura. Ignificatio et puriflicatio. [MichaelMajer. Scrutinium Chymicum, Frankfurt, 1687]

“Cuocete dunque questa Pietra, rompete­la, toglietele la nerezza cuocendola e lavandola sino a che divenga bianca. Poi rialzatela, come ad essa si addice. ” [Pitagora, Turba Philosophorum]

“Imbiancate la Pietra e distruggete i libri perché i vostri cuori non si corrompano... se prima non imbiancherai il vero rosso non può farsi, poiché nessun colore può passare dal primo al terzo, se non passa attraverso il secondo, così non potrai passare dal nero al citrino altro che passando per il bianco ... imbianca quindi il nero e arrossa il bianco e ottieni il Magistero. ” [Auracb DeArgentina, Prezioso Dono di Dio, 1475]

“ Vieni qui, io ti condurrò dappertutto, Sulla vetta della più superba montagna, Perché tu scorga la grandezza della terra e del mare E ne fruigga sincero piace­re. ” [Artur E Waite  Lives of Alcbemistical Philosophers]

RINNOVARSI RINGIOVANIRE

La Candelora è il giorno dei RINNOVAMENTO E DELLA PURIFICAZIONE, fin dai tempi più antichi è posto in questo giorno, a metà strada esatta tra Solstizio ed Equinozio, l'inizio della PRIMAVERA ESOTERICA, momento propizio per Februare che in latino, significa purificare.

candelora.gif (9141 byte)Februarius era ed è il mese della PURIFICAZIONE che prelude e prepara all'esplosione di colori e di vita della Primavera. Nell'Antica Roma, in questo mese, si Celebravano i Lupercali, Riti legati alla leggenda di Romolo e Remo che sottintendevano un Risveglio iniziatico ad una nuova e più ampia visione dei mondo e alle rinnovata fertifità e aii'abbondanza. Negli stessi giorni si festeggiava lunio Februata, Giunone Purificata e Purificatrice, che nei giorni successivi si faceva Sospíta, ossia Salvatrice.

L'ETERNA GIOVINEZZA.

Uno dei sogni più antichi dell'uomo è quello di mantenersi sempre giovane nell'aspetto, nel vigore dei corpo e nella lucidità della mente. Il mito dell'ETERNA GIOVINEZZA ricorre in tutti i popoli e in tutte le culture. Gli antichi filosofi parlavano di una misteriosa sostanza, capace di vincere l'invecchiamento, gli Alchimisti cercavano l'Elisir dell'Eterna giovinezza, e oggi, migliaia di prodotti commerciali promettono miracoli attraverso i mezzi comunicazione; vengono via via proposti nuovi stili di vita, nuove abitudini alimentari, s'incolpa l'una o l'altra sostanza, si scoprono mediatori endocrini dei l'invecchiamento, si dice che il rimedio è il selenio, o forse lo zinco, magari la vitamina E, è bene fare sport, ma anche è bene non esporsi al sole, eccetera. Ognuno dà la sua ricetta, magari in tutti questi consigli qualcosa di vero ci può essere, ma è la strada in cui viene svolta la ricerca che è sbagliata.

L'uomo moderno ha perso il contatto con il mondo invisibile, con la dimensione spirituale e con le forze della natura che regolano e rinnovano gli esseri viventi secondo il ritmico scandire delle stagio~ì. Non conosce più quelle forze che sono in lui come in qualsiasi essere vivente, quelle forze che riempiono di gemme e di fiori i rami degli alberi ad ogni primavera e che fanno cadere la lana invernale rinnovando la pelliccia di ogni animale. Se l'uomo dimentica queste forze e spera di trovare la giovinezza in un mondo artificiale, sbaglia strada, al massimo potrà coprire le rughe e nascondere le offese dei tempo, oppure potrà violentare se stesso affidando ad un chirurgo estetico il compitodi rabberciare perqualche mese ciò dhe è inesorabilmente invecchiato. Ma, sotto sotto, avrà solo peggiorato le cose, il suo corpo è vecchio come il suo spirito, spento come il suo sguardo, la sua mente è offuscata e precocemente vecchia, stanca di tutto.

PURIFICAZIONE E RINNOVAMENTO PROFONDO.

Il Rito della Candelora avvicina invece l'uomo all'armonia con tutto il creato e risveglia quelle forze che da sole possono rinnovare e ringiovanire più di ogni altro rimedio artificiale.

La PURIFICAZIONE indotta dalla Candelora è profonda e non apparenza, e rinnova il corpo in ogni organo e tessuto, perché guidata da una forza spirituale superiore e non perché stimolata da una sostanza artificiale. Il corpo guidato dallo spirito si purifica da solo e scopre in sé quelle energie universali che fanno risvegliare la natura ad ogni primavera, le stesse che fanno mettere fiori splendenti ai vecchi rami e che ricoprono di un nuovo meraviigioso mantello di piume o di pelo gli animali.

Queste forze non sono temporanei rimedi, non mettono pezze per coprire, ma infondono una gioventù che è soprattutto spirituale e il corpo è giovane solo se lo spirito è giovane; il corpo è sano solo se c'è voglia di vivere, energia per fare e scoprire cose nuove, desiderio di tuffarsi nel grande risveglio della primavera. Ogni altro tentativo di fermare l'invecchiamento è destinato a fallire, se la persona non desidera vivere, se non è felice di vivere, non potrà mai ringiovanire. La stessa cultura popolare insegna che chi soffre, chi ha subito prove dolorose dalla vita va incontro ad un invecchiamento precoce, che non èsolo fisico, ma anche spirituale. Il più grosso errore dei nostri tempi è di ritenere che corpo e spirito siano due cose distinte, anzi, il più grosso errore ènegare che esista uno spirito e credere che l'uomo sia solo materia, solo una macchina da alimentare nel modo migliore e da tenere in movimento per non farla arrugginire. Pensando in questo modo (sempre che una macchina possa pensare) si arriva alle assurdità della nostra era, dove tutto deve essere falso e artificiale, ma dove dietro tutto si nasconde una profonda infelicità, che qualcuno vorrebbe assopire con la piattezza intellettuale che viene largamente propagandata.

Tutto questo non può durare molto, èl'alba di un nuovo Millennio, deve farsi avanti una Scienza Nuova, che è anche la più antica, oggi come un tempo riservata a pochi eletti, prima perché gelosamente nascosta, ora perché sconosciuta.

LA LUNGA NOTTE

Il Sole aveva iniziato ad accorciare il suo arco nel cielo, già a partire dall'Equinozio d'Autunno, alla fine di Settembre. Ad Halloween (31 ottobre) ègià Inverno Esoterico, le ore di buio ora sono molto di più rispetto a quelle di luce, e per i popoli artici, a cui risalgono molte nostre tradizioni non solo di tipo esoterico, significava anche l'inizio della 1unga notte", due lunghi mesi di buio continuo, al più rischiarati soltanto da una fugace aurora a cui seguiva subito un rapido tramonto. Erano i due mesi "senza nome", oggi corrispondenti a Dicembre e Gennaio. Il Sole scendeva ogni giorno più in basso, fino al Solstizio (il 21 di dicembre, i Saturnali).

E' pieno Inverno, la natura dorme, le piante cessano la fotosintesi e non c'è crescita nei loro meristemi, gli animali sono in letargo o sono già migrati verso paesi lontani, la campagna è avara e ostile, si consumano le scorte fatte durante l'estate, il ghiaccio copre ogni cosa ' tutto sembra morto, immobile, non più capace di risorgere. I saggi sanno però che in questa morte apparente c'è invece una lenta ma inesorabile preparazione alla vita, che rifiorirà rinnovata, purificata e rinvigorita nell'imminente primavera. C'è un grande lavorio sotto le zolle, sotto le cortecce degli alberi, sotto la pelle degli animali, si avvicina la Caridelora, il Sole comincia di nuovo riscaldare, anche se ancora debolmente, si sciolgono i primi ghiacci, l'acqua ritorna scorrere, le prime piante iniziano a germogliare, la primavera ha Inizio, quella esoterica, ossia quella della natura.

LA PURIFICAZIONE.

Dice il proverbio, " per la Candelora dell'inverno siamo fora [fuori]", inizia FEBBRAIO. Febbraio deve il suo nome a FEBRUARE, che significa PURIFICARE. Dovete pensare che un tempo, diversamente da quanto succede oggi, si mangiavano cibi conservati solo in inverno (e non tutto l'anno), perché in inverno non c'erano prodotti freschi. Purificarsi per la Candelora era sia una pratica corporale che spirituale, ossia si doveva pulire il corpo dai cibi non troppo Il sani" mangiati durante l'inverno, inoltre si doveva purificare lo spirito per prepararlo alla gioia della primavera. C'erano e ci sono vari modi per operare questa purificazione, e cose che un tempo erano spontanee, fatte sull'esempio della natura, oggi assumono sempre più un significato falso, svuotato di contenuto, ridotto a stupido oggetto di mercato. La PURIFICAZIONE che interessa agli Iniziati e che oggetto della Scienza Esoterica, è un preciso processo spirituale che risveglia nell'individuo quelle forze naturali capaci da sole, ma sotto il controllo spirituale, di operare dei veri miracoli, di ringiovanire, tonificare, ridare quella voglia di vivere senza la quale anche il corpo cade in un inesorabile declino.

Una cosa che ben prestano imparanogli Iniziati ecoloroche seguono l'Anno Magico, è la potenza estrema della volontà. Già tante volte avete sentito dire che il Mago non deve "desiderare" ma deve "volere". Con questo non si deve intendere che bisogna essere ostinati o testardi per ottenere qualcosa, la volontà di cui si parla è la fermezza della volontà, che non è testardaggine, il testardo è un debole che non ammette le proprie mancanze, niente di più. La volontà di cui si parla in Magia è volontà di fare e di essere, non può esistere una volontà svuotata di contenuti, o una volontà rassegnata, o una volontà che cede facilmente di fronte ad ogni ostacolo.

La Candelora sa infondere la volontà di vivere. Immaginate questa volontà come un ordine che si trasmette a tutte le vostre cellule, a tutti i vostri organi e tessuti e impone loro di riprendere a lavorare, di pulirsi in profondità, di eliminare le parti vecchie, di produrne delle nuove, tutto fino all'ultima cellula dei corpo. Immaginate poi questa voglia di vivere come un'aurea luminosa che vi avvolge, che guida i vostri passi, che rende sempre nuove e piacevoli le giornate, che vi spinge ancora ad essere curiosi verso le bellezze dei mondo, verso l'amore, verso il sapere. E'questa la grande potenza della Candelora, guidata da Intelligenze Superiori.

Questa stessa forza è quella che permea ogni angolo della natura, che riempie di infusori le pozzanghere ai primi raggi di sole, che fa nuotare i girini nello stagno, che fa rompere le zolle al germoglio che fa capolino verso la luce. L'uomo può credere di essere andato oltre e di aver capito tutto, ma prima o poi si accorge che non è vero, e se non ritorna a vivere in armonia con se stesso e le forze dei creato non potrà più fare un solo passo avanti né verso la conoscenza, né tantomeno, verso la felicità.

Note Esoteriche

Analogie tra i sístemi energetici previstí da varie scuole esoteriche

 Il Coduceo secondo la Golden Dawn. Si noti che i 7 Sephiroth inferiori sono allacciati dai Serpenti Gemelli.

Ida e Pingala attorno al Sushumma, dei tutto simili al Caduceo di Ermete.

Il sistema del Kundalíni Yoga, con i 7 chakra.

Il Pilastro di Mezzo dei sistema della Golden Dawn.

Il significato profondo di ImboIc è quello di una mistica rinascita. Nella cultura esoterica non si fa mai distinzione tra un piano puramente spirituale ed uno puramente materiale. Per questo Imbolc ovvero la Candelora, è definito, fin dai tempi più antichi, la Fonte di Giovinezza, per evidenziare le sue virtù catartiche e rinnovatrici che si esplica­no sia nello spirito che nel corpo. Oggi sono sempre più numerose le persone e le correnti di pensiero che ammettono una stretta connessione tra psiche e benessere, tra pensiero positivo e forma fisi­ca. 

L'Albero sefirotico secondo Kicher

La scienza esoterica sia orientale che oc­cidentale, conosce e studia da moltissimo tempo l'importanza di una profonda puri­ficazione che coinvolga mente e corpo, mediata unicamente da componenti spirituali. Ad esempio nel Kundalini Yoga si conside­ra l'essere umano come unità inscindibile di corpo, mente e spirito e solo dalla buona salute di tutti e tre questi fattori si ha equili­brio e benessere, mentre qualsiasi squilibrio di uno si essi si riperquote anche sugli altri.

Nella tradizione del Raja Voga si parte dalla considerazione di un meridiano (nadi) o ca­nale energetico centrale più profondo, detto Sushumma, posto in corrispondenza della colonna vertebrale fino all'apice della testa. Ai lati di Sushumma corrono altri due canali energetici fondamentali, espressione dello Ym e dello Yang, del maschile e del femminile, del Lunare e del Solare, essi vengono detti rispettivamente Ida (femminile, posto a si­nistra) e Pingala (maschile, posto a destra). Essi sono spesso raffigurati come due serpenti che si attorcigliano per 3 spire e mezzo attor­no al pilastro centrale (Sushunna).

Paradigma della Grande Opera [Triomphe hermétique]

Da Ida e da Pingala discendono le due ener­gie (Yin e Yang, Luna e Sole) che fanno risa­lire la kundáá, ovvero l'energia derivante dalla loro fusione, attravesro il pilastro cen­trale, lungo il quale sono disposti i Chakra (lett. "ruota"). Senza entrare nel dettaglio questi Chakra sono luoghi energetici che provvedono al controllo e alla ridistribuzio­ne dell'energia alle restanti parti dei corpo (chi desidera approfondire può consultare uno dei tanfi testi sullo Yoga oggi in commer­cio). Alla base della colonna dorme il Ser­pente, la Kundalini, che dovrà risalire per i 7 Chakra (1 + 7 = 8). Da ciascun Chakra, sem­pre secondo il Raia Yoga (Yoga Regale) ori­gina una sfera energetica che avvolge il cor­po fisico e lo controlla, tutti questi gusci ener­getici (in totale 7) formano l'Aura, nella qua­le lo yogi riesce a leggere lo stato di salute fisica e spirituale dell'individuo, ossia ogni perturbazione spirituale, ogni squilibrio ener­getico si ripercuote sul corpo fisico, e vice­versa, "spirito, mente e corpo" sono cioè un'unità inscindibile, la salute dell'uno e anche la salute dell'altro, occorre cioè un perfetto equilibrio tra tutte le parti. Ho voluto descrivere questa interconnessione tra spirito e materia, servendomi dei mo­dello Yoga perché è il più conosciuto e il più facile da capire, avrei potuto fare lo stesso usando altri modelli derivanti da altre scuole di pensiero esoterico, ad esempio nessuno può negare (si veda la figura a lato) la stretta analogia tra il sistema della Kundali­ni e l'Albero della Vita della Qbbalah, o il Caducco di Erinete, o lo schema genera­le della Grande Opera dell'Alchimia, tan­to per citare i più conosciuti.

Lo studioso tenga presente che NESSUNO di questi modelli è la realtà, ma ciascuno, per dirla all'orientale è un darsana un "punto di vista", che tenta di razionalizzare un proces­so che possiamo solo sperare di intuire in tutta la sua grandezza. Per questo lo studioso dell'Arte Suprema non deve mai illudersi di possedere tutta la verità, né deve disprezzare chi la cerca percorrendo altre vie, anzi, la sua stessa ricerca deve essere continua e sempre aperta e rispettosa delle idee altrui.

Alchimisti al lavoro. Si noti la fortissima somiglianza con il sistema energetico della Kuridalini. [Philippus Ulstadius, Coelum Philosophorum, Paris, 1544]

L’Azione Catartica del Festival di Imbolc.

 

Come il sole inizia ad allungare il passo rispetto alla notte, così nello spirito dell'iniziato deve comparire la Luce, dapprima fioca, poi sem­pre più fulgida, fino a quell'ideale di purezza che abbiamo più volte descritto nel "mito dell'Unicorno" e che ricorderemo molto breve­mente più avanti anche in questa sede.

Questa purezza, come ci ha mostrato il sistema della Kundalini, inte­resserà l'individuo in tutta la sua complessità di corpo, mente e spi­rito, come se ci abbeverassimo ad una FONTE DI GIOVINEZZA, una vera RINASCITA (rebirthing) substanziale, che nello Sciama­nesimo e sempre presente e segue al buio corrispondente alla ni­gredo del Festival di Yule e che viene rinnovata ogni Anno per garan­tire al medicine man la doppia vista (percepire il male nel corpo e nello spirito), nonché per la propria purezza indispensabile per con­servare forza, equilibrio e poteri.

Febbraio, dal latino Februarius derivato da februus, ossia purifica­torio è da sempre il periodo dell'Anno riservato alla purificazìone, che essotericamente ha il significato di preparazione alla primavera, mentre, più esotericamente, acquista il profondo significato di catar­si iniziatica e di rigenerazione profonda.

Imbolc, la "Candelora" Celtica.

Tre mesi dopo Sarnain e quaranta giorni dopo Yula, il I' di Febbraio si svolgeva la festa di Imbolc dedicata alla dea Brigit, era, natìturalmente una festa di purificazione, in cui si esaltava il Fuoco, ma soprattutto l'Acqua Lustrale. Bride o Brigit era di natura trina, aveva cioé altre due sorelle a lei identiche e di nome Bride e svolgeva tre funzioni in quan­to era protettrice dei guaritori, dei fabbri e dei poeti. Portava il soprannome di Belisa­ma, la "Splendente"; al suo culto non erano ammessi uomini al pari delle vestali romane; a lei erano consacrate 19 sacerdotesse. Come sempre succede alle antiche festività pagane, al posto della antica dea Bride subentrò, pro­prio il I' Febbraio, il culto di Santa Brigitta di Kildare (Saint Brigit badessa di Kildare, 450 ‑ 525 d.C.) la quale ereditò tutte le caratteri­stiche di Brida. Si racconta infatti che nel­l'abazia in cui Brigitta era badessa ella faceva alimentare un Fuoco perpetuo, del tutto si­mile a quello di Brida e di Vesta. Brigitta, di­venuta seconda patrona d'Irlanda (dopo S. Patrizio), resta ancora oggi protettrice di fab­bri, poeti e medici e viene raffigurata nell'ar­te con una fiamma sopra la testa e, a volte, con accanto una mucca, che vedremo, fu un altro attributo di Brida.

 Vaso mistico (Coppa, Fonte) in cui si uniscono e si purificano le due sostanze (Sole e Luna, Ying e Yang) per generare il Caduceo. [Antico manoscritto, Figuram aegyptiorum secretarum]

Poiché il nome "Brigit" spettava alla badessa di Kildare, i trascrittori della tradizione ga­elica dovettero adottare nuovi nomi per pre­sentare l'antica divinità nei loro racconti e così la si può facilmente identificare in Ei­thené, Etaine, Bodbh, Morrigan, ma soprat­tutto in Boinn (o Boyne, o Boann) la “Vacca Bianca”. A prescindere dal significato spregiativo che oggi assume­rebbe un tale appellativo, nei tempi antichi e in una società di pastori tale nome indicava massima prosperità e purez­za (si pensi alle Vacche Sacre dell'India), e ciò spiega anche la presenza del bovino nei di­pinti di Santa Brigida. Boinn era sposa di Elcmar (o Ne­chtan), simile al Nettuno lati­no, ma guardiano non tanto del mare bensi delle fonti e delle fontane. In particolare Elcmar possedeva una Fonta­na miracolosa, la Sorgente di Segais, capace di ridona­re giovinezza e verginità a chi le aveva perdute, nonché di curare ogni male.

I più attenti avranno già nota­to il simbolismo esoterico del­l'unione del Fuoco (Boinn­Brida) con l'Acqua (Elcmar­Nettuno) per generare la Fon­te di Giovinezza e purifica­zione (Imbolc). Per purificar­si in questa Fonte si dovevano prima compiere tre giri nel senso oppo­sto al cammino del Sole, questo percorso "sinistroso", come ha già fatto notare jung indica un regresso all'infanzia a ritroso nel tempo, i 3 giri coincidono con i nodi di Ida e Pingala della Kundafini Yoga e del Caduceo di Ermete. Si tratta quindi non solo di un per­corso a ritroso nel tempo ma una discesa dentro le parti più nascoste del Sé, per poi rinascere a nuova vita, il che ci ricolle­ga all'iniziazione sciamanica.

Brida aveva 19 sacerdotesse, 19 è il numero del Ciclo Metonico, ossia ogni 19 anni le Fasi lunari cadono nello stesso giorno del­l'Anno solare; questo ci indica di nuovo la congiunzione, la "coincidentia" Luna‑Sole, Acqua‑Fuoco, Y1 e Yang, come punto di equi­librio necessario e sacro allo stesso tempo. Secondo Diodoro Siculo, Apollo Iperboreo aveva una vasta area a lui consacrata in terra celtica in cui discendeva ogni 19 armi. I:Apol­lo celtico è caratterizzato soprattutto dalla funzione medica, che esplica mediante l'uso combinato del Fuoco e dell'Acqua di una Fontana sacra. Nel testo della miti ca Battaglia di Mag Tured si narra che i cadaveri vengono dapprima messi nel Fuoco e poi gettati nella Fontana di Salute per farli rinascere più forti e più vigorosi di prima. La famosa Fontana di Barenton (ancora oggi visibile) veniva descritta nei testi antichi come “capace di far bollire tutto pur restando più fredda del m,armo”. Infatti i Filosofi dell'Arte dicevano: “Noi purífichiamo con il Fuoco e brucia­mo con l’acqua”.

L’Orso 

“I saggi dicono Che nella foresta sta una bestia selvaggia, Dalla pelle del nero più intenso. Se qualcuno le taglia la testa, La sua negrezza sparirà Per dare posto ad un niveo candore .. ” [Luois Ménard, Atude sul l`origine des lì­vres antiques]”

Nei giorni prossimi alla Candelora, si festeg­giano in l'Europa numerosi Sant'Orso, il più noto è quello di Aosta, di origine Irlandese (celtica), che si festeggia il 10 Febbraio. Ab­biamo già visto, nella circolare di Yula, come l'Orso sia una rappresentazione della nigw­do, ossia di quello stadio immediatamente precedente alla prima illuminazione. L’or­so compare inoltre, come animale iniziato­re, in molte culture sciamaniche. E' inutile dire che il Sant'Orso festeggiato il 1° Febbra­io possedeva una Fontana miracolosa, da lui stesso fatta scaturire dalla roccia nei pressi di Busséyaz, chiamata appunto “Fontana di Sant'Orso" e che continua ancora oggi a of­frire la sua acqua, sotto la cappella fatta co­struire nel 1649.

Nelle Alpi orientali in occasione del periodo della Candelora si tenevano, fino a poco tem­po fa, i “balli dell'orso” il cui significato ha posto non pochi interrogativi agli antro­pologi, e che invece è chiaro per gli studiosi di ermetismo. La "cacciata dell'orso" non in­dica banalmente, come hanno ipotizzato i suddetti, la sconfitta della brutta stagione, anche perché è vero il contrario, e cioè che l'orso esce dal letargo proprio all'inizio del­la primavera, cacciarlo significherebbe il ri­torno dell'inverno. La "cacciata dell'orso" ha invece l'antico significato di "purificazione della nigredo". Come dice il filosofo: “Quando il nero colore della bestia è sva­nito in fumo, i Saggi si rallegreranno ... ” [Musaeum Hermeticum, traduz. Arthur E. Waite]

In Valle di Susa, a Urbiano, ogni anno nel gior­no di Santa Brigida (1° Febbraio) si svolge una festa che ricalca la tipica struttura co­reutica della “danza dell'Orso”, si tratta di una tradizione molto antica, rintracciabile nei culti precedenti all'invasione romana, cioè derivante dalla cultura celtica di oltralpe.

 La dea cettica Artio. [Statuetta del 11‑111 sec. d. C.]

 Abbiamo già visto come il cinghiale, altro simbolo del passaggio dal nero alla Luce, sia usato in certe usanze tribali come "Atanor" esterno per le trasmutazioni, lo stesso succe­de all'orso in una cerimonia degli Ainu del giappone, in cui un giovane orso viene alle­vato a partire dalla fine dell'inverno (cioè cir­ca dagli inizi di febbraio) fino all'autunno, in cui è sacrificato durante una complessa ceri­monia intesa a liberare lo spirito dell'Orso affinché diventi mediatore presso le potenze divine.

L’Orso è dunque la fase di transizione tra ni­gredo e albedo, tra sostanza mescolata e la “pietra lunare" di puro argento di Imbolc. Una statuetta celtica rinvenuta nei pressi di Berna e risalente al II ‑III sec. d.C. mostra la dea Ardo seduta davanti ad un orso che sbuca dalla foresta. il gruppo statuario va letto in successione temporale, dapprima la nerezza della Foresta, ossia lo stadio totalmente oscu­ro e inconsapevole ma sacro, quindi l'orso che prorompe dalla protomateria per essere trasformato e purificato nella dea dalle can­dide vesti. Questa raffigurazione ha lo stesso significato dell'Etiope che esce dalle acque oscure dello Splendor Solis.

L'UNICORNO 

Molti animali rappresentano gli stadi di tran­sizione tra la nigredo (Yula, i Saturnali) e l'al­bedo (Imbolc, la Candelora), ma nessun ani­male reale poteva bastare per rappresentare quello stadio di estrema purezza, di rin­novata giovinezza spirituale e materiale, e nel contempo di grande elevazione che è il pro­dotto finale del Festival di Imbolc. Solo un animale fantastico, appositamente costruito, come l'Unicorno poteva racchiudere in sé tutto questo. Le prime descrizioni dell'Unicorno a noi note risalgono a Ctèsia di Cni­do (IV secolo a.C.), a testimonianza di quan­to sia antica e radicata nel tempo la simbolo­gia esoterica, egli lo descrive della grandezza di un cavallo, il corpo bianco, la testa color porpora, gli occhi bluastri, e con al centro della fronte un corno lungo un cubito (più o meno come dal gomito alla punta delle dita estese). Nel corno pone i tre classici colori dell'Arte: nero, bianco, rosso. Questo cor­no, egli dice, trasformato in una coppa per bere, è in grado di vincere ogni veleno. La coppa, come simbolo, è un ricettacolo di for­ze superiori (la stessa dea Ardo regge una coppa), e la liberazione dal veleno va intesa come purificazione profonda, rigenera­zione, rinascita fisica e corporea, nel sen­so già descritto appunto per il Festival di Im­bolc. La testa è rossa, ad indicare che il pro­cesso di evoluzione spirituale è continuo, e il bianco contiene già il rosso, come il nero conteneva il bianco. Dice infatti Eximigna­no nella Turba: “E sappiate che nel ventre della nerezza è nascosta la bianchezza; tra­etela fuori come sapete e poi traete dal ventre di questa bianchezza il rosso, come voi vorrete, giacché tutto poggia su questi tre punti”. La bian­chezza è an­che l'Albero d'Argento dei Giardi­no dei Filo­sofi, il frut­to della Luna‑Isi­de alta­mente puri­ficato. E' il volatile fis­sato, l'in­conscio reso più conscio, tra Yin e Yang. Non per niente Sant'Orso è raffigurato con un uccellino appollaiato sulla spalla. Dice Platone nella Turba “Sveglia la bestia selvaggia, mettile vicino degli uccelli domestici che l'afferrino e le impediscano di volare; poi quando essa verrà presa, dà da mangiare agli uccelli il suo fegato e il suo sangue. E al Cavallo bianco che tu monti, fa una bella coperta: e il cavallo si farà un Leone forte ricoperto di fulvo pelo. Sotto l'uno e l'altro c'è un Grifone”. Tutto questo ci ricorda una leggenda che ri­guarda Sant'Orso, egli infatti, mentre dava da mangiare ai suoi uccellini, vide passare un palafreniere che lamentava di aver perso il cavallo più bello del suo signore. Orso gli aprì gli occhi facendogli osservare che stava mon­tando proprio quel cavallo e solo la sua poca fede gli impediva di vedere e di riconoscere le cose. 

“Lac vírginis, vínum ardens." Rigenerazione attraverso il Fuoco e l'Acqua l'equilibrio [Tractatus qui dicitur Thomae Aquinatis de alchimia, 1520] 

La Luce della Candelora. 

Purificazione, rinnovamento, rinascita, Fonte di Giovinezza, nuova Luce che si diffonde, sono tutti aspetti di Imbolc. Pas­sano i secoli e i millenni ma il significato del­le date fondamentali del Calendario non cam­bia. Ad esempio dal VII secolo d.C. il 2 Feb­braio è la ricorrenza della Presentazione al tempio del Signore. Secondo la legge ebraica ogni primogenito, compiuti i quaranta giorni di vita, doveva essere presentato al tem­pio dal padre; in quella occasione avveniva anche la purificazione rituale della madre. La Candelora dista appunto quaranta giorni dal Natale, ed ecco allora che il significato di Luce che aumenta e che si diffonde e di purificazione assume un valore ancora più elevato. Molto simbolica era anche l'antica Festa della Candelora che prevedeva dapprima una processione per le strade dei paese a ceri spenti [nigredo], poi tutti i devoti, pri­ma di entrare in chiesa, accendevano la can­dela [albedo], attingendo da un unico cero posto nell'ingresso. Qui il simbolismo di te­nebra e quindi Luce che proviene da unica fonte è chiaro, ma i fedeli, se numerosi, po­tevano anche far accendere il vicino diretta­mente dalla propria candela, divenendo in tal modo loro stessi portatori della nuova Luce. Con le candele accese si entrava in chiesa, quasi per nascondere la verità ai profani...


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