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Lugnasadh (Lammas) Il Raccolto 31 Luglio 

Inizia l'Autunno Esoterico

IL FRUTTO L’ELIXIR DEGLI IMMORTALI


Siamo giunti al momento più segreto della nostra Opera, l'inizio della fase all"Oro, il cui simbolo esoterico è rappresentato dal Leone, Re degli Elementi, Signore indiscusso dei deserti assolati e guardiano delle porte dei Misteri. Sono i giorni della Canicola, in cui Sirio, o meglio Sothis la splendente stella di Iside che brilla nella costellazio­ne del Cane Maggiore, accompagna il Sole, al suo levare verso il suo domicilio nel Leone: Osiride è risorto. E' la Lugnasad dei Celti, il Festival del Raccolto.

 Il tutto risale ad Ermete Trismegisto...

 L'interpretazione "Ermetica" dei Mito di Osiride si rifà alla Tavola Smeraldina di Ermete. Osinde e Iside sono il Sole e la Luna (Pater Ejus est Sol, Mater Ejus est Luna [Ermes Tdsmegistus‑5maragdina HermetisTabuial], il figlio Horus o Oro, è l'Oro Filosofale, l'equivalente di Apollo, frutto della loro Arte e attraverso il quale raggiungono ]'immortalità. Questa materia si forma nelle viscere della terra (ossia nel proprio Spirito flNutrix Ejus Terraest. Ibideni], proprio come il grano seminato e, come il folklore popola­re cerca di estrarre lo "Spirito del Granto", così insegna Ermete: “Separabis Terram ab Igne, subble a spisso, s uaviter cum magno ingegnio” [separerai la Terra dal Fuoco, il sottile dal grossolano, dolce­mente con grande inge­gno]. Ossia dovrai estrarre il cosiddetto principio Igneo, la parte più spiritua­le del Frutto dell'Opera, affinché venga riseminata nella stessa Terra e sia la base di partenza da cui proseguire l'Opera. Dal lato pratico tuffo questo si­gnifica Conoscenza e Po­tere Esoterico che si ac­cresce Anno dopo Anno, fino alla completa libera­zione. I Filosofi dicevano infatti: “Occorre maritare la madre con il figlio”, con ciò non si intendeva Iside con il giovane Horus nascosti nel canneto. nulla di incestuoso, ma semplicemente, come il grano viene seminato ancora nella Terra che ho la fatto germogliare, così l'Oro deve essere riposto in se stessi “affinché Madre e Figlio cuociano nuovamente ‑ continuavano i Filosofi  e la madre uccida il figlio (come il chicco che muore nella terra per rinascere come spiga) e lo faccia risuscitare”. Durante questa dissoluzione i Titani uccidono Oro e sua madre lo riporta alla vita. Allora il figlio rinato fa morire la madre e regna in sua vece, ossia l'Oro fissa il volatile (Iside) che lo aveva a sua volta volatilizzato, in altri termini la parte razionale riesce ad avere il controllo delle restanti funzioni oscure (dei lato lunare) è la conoscenza assoluta e la vittoria sul Ciclo dei Serpente, o se volete la risalita della Kuridalini rino al Loto dei Mille Petali alla fine le due cose (quella che stava sotto e quella che stava sopra, la parte conscia e la parte inconscia) sono divenute una sola, è la coffici­dentia oppositorum, il grande segreto che per millenni ha tormentato le intelligenze dei migliori pensatori e alla cui ricerca tanti hanno dedicato, spesso inutilmente, la vile intera. Oro genere 4 figli, ora è chiaro, il ciclo sì è invertito, non è Oro a subire la quaternità, ma è Lui stesso ha produrla, ovvero il Sè si è compo­sto nel suo intero e produce, consapevolmente, le quattro parti.

 Questa fondamentale trasmutazione fu da sempre mantenuta nel più grande se­greto, tanto che, a prima vista, sciribra non esservi nessuna reminiscenza nella cultura popolare, di quello che invece doveva essere uno dei più grandi mo­menti iniziatici di tutto l'Anno Magico, si pensi infatti a quanto è più universal­mente nota la Festa del Solstizio, ossia il Giorno di San Giovanni.

 Le cose stanno così però solo in apparenza, perché in realtà il Raccolto è, come vedremo in queste pagine, una delle Fe­stività esoteriche più celebrate in tutti gli angoli dei mondo, anzi, dimostrerò come intere ed importanti tradizioni ma­giche come ad esempio quella dell'Anti­co Egitto, quella Misterica, quella Cel­tica e persino quelle del lontano Orien­te, hanno senso e completezza solo per­ché conducono al Raccolto, senza il qua­le mancherebbe il suggello, il compimento, la realizzazione concreta di ogni sforzo compiuto.

Il Raccolto è Rito Regale e Fastoso per eccellenza, da sempre privilegio di pochi eletti, egli infatti si colloca nel cuore della "canicola" estiva, dove la pigrizia immobilizza le volontà meno motivate ed evolute e priva loro del più alto e prezioso dei doni. Inizia la Fase all'Oro, e se quella al Rosso, culminata con il Festival di San Giovanni, ha apportato i I Potere, questa ha in serbo il Frutto più anelato: la Pietra dei Filosofi, l'Elisir degli Im­mortali, l'Oro di Vita Eterna, il Leone di Fuoco che al Festival di Michael Superno sublimerà nel volo vittorioso della Fenice al Tempio dei Sole, ormai libera dal ciclo delle morti e delle rinasci­te dettato dalla legge del Serpente. Come dicevano gli Antichi: chi liti orec­chie per intendere, intenda.

 L’Acqua degli Immortali.

Una delle prime figure simboliche su cui lo studioso delle Arti Esoteriche è invitato a meditare è quella dei Serpen­te, chiamato Ouroboros in occidente e Kundallini in oriente. Questo serpente o drago che si morde la coda, rappresenta il ciclo delle morti e delle rinascite. E' quella forza primordiale, cieca e istintiva, che replica se stessa all'infinito at­traverso gli esseri viventi. Conoscere e dominare questa forza, che ha in sé un grande potere, è il primo compito dell'iniziato. Questa è la materia prima della Grande Opera. Orfeo, padre dei Misteri Orfici, nel so­lenne Inno del Cipresso e del Nocciolo spiega agli eletti Argonauti come sfuggi­re al ciclo del Serpente e rendersi immor­tali. Essi che hanno già superato tante prove, devono ora evitare di bere alla sorgente che sgorga presso il Cipresso, il quale non ricrescendo se tagliato, è sim­bolo di Caducità e di Oblio, bensì devono spingersi verso quel lago luminoso la cui acqua gronda dal sacro Nocciolo (albero dell'immortalità) a cui è posto di guardia il serpente Ofione; questi è il Lago della Memoria Eterna. Compito e privilegio dell'iniziato è in­fatti quello di liberarsi dal Ciclo del Serpente, anzi, persino di imparare a dominarlo, perché in esso è un grande potere. Il Raccolto rappresenta questa sintesi rinale dell'Opera, è il lago della Memo­ria, il Frutto dell'Albero della Vita, la definitiva vittoria dell'Iniziato, che ora, potente e maestoso come un Leone non teme più il Serpente, anzi lo comanda a piacere, e beve l'acqua riservata agli immortali.

 Lo "Spirito del Grano"

 Lo scopo dell'Iniziato è quello di preser­vare il proprio spirito fortificato, ossia ii proprio Oro dalle spire mortali del Ser­pente. Il Ciclo del Serpente infatti non permette né evoluzione né elevazione: alla fine dell'estate la pianta del grano muore; l'anno dopo dal seme né rinasce­rà un'altra sostanzialmente uguale, ma che non sarà però la "stessa" pianta. Il Serpente domina i cicli della natura. Tut­ti gli esseri viventi, compresi molti esseri umani, sono solo veicoli momentanei di questa forza, che li usa per rigenerarsi all'infinito. Questo è il ciclo del Serpen­te, raffigurato nella X chiave dei Taroc­chi, detta anche Ruota della Fortuna o Ruota del Destino o fortuna minor della geomanzia (cfr. 0. Wirth, I Tarocchi Ed. Mediterranee  pag. 177 e succ.). Questa forza è come un fuoco che divampa dove il vento meglio lo alimenta e dove la legna è più secca, che esplode in incendi dove trova più facile attecchire. Le popolazioni agricole che vivevano un rapporto magico con le forze della natura, sapevano che il Serpente non si cura della carestia e dell'abbondanza e può perpetuarsi tanto nell'olio quanto nel grano, perciò, forse inconsciamente, memori di antichi insegnamenti iniziatici, volevano preservare lo "Spirito del grano", affinché non soccombesse, ma restasse presso la semente, il modo da fortificarsi ogni anno, sempre più esperto nella lotta contro le forze avverse della natura, per dare ogni anno messi più belle ed abbondanti.

Simbolo temporale della "Pietra" Corrisponde alla 21° chiave dei Tarocchi  'Il Mondo", sintesi suprema e compimento dell'Opera, E' la "Fortuna Major" della Geomanzia (Dal Tracuaus qui (Thomae Aquinatis de Alchimia, 1520).

  Questo grano dorato ci ricorda molto l'Oro dei Filosofi, che ogni Anno deve crescere e fortificarsi nello spirito dell'Iniziato e progressivamente portare alla totale liberazione. 

E' naturale comunque, che in popolazioni la cui vita dipendeva unicamente dal raccolto, lo Spirito del Grano fosse addirittura più prezioso della loro stessa anima, e che, più di ogni altra cosa, dovesse essere preservato e fortificato. D'altra parte non è raro, lo abbiamo visto già altre volte, che un animale o una pianta, o, in questo caso, un'intera colti­vazione, divenga una sorta di "Atanor" (fornello dell'alchimista), in cui compiere, più o meno consapevolmente, le trasmutazioni. Lo Spirito del Grano entrava (ed entra ancora oggi in molte parti del mondo) a far parte della coscienza collettiva del villaggio, era una sorta di eggregoro che poteva garantire la felicità e l'abbondanza. Tutto questo fa parte di un modo di intendere il rapporto con la natura che oggi sembra ormai perduto, ma che le nuove tendenze vanno riscoprendo e valorizzando e che dovrà meglio essere studiato e capito.

Forse echi di conoscenze antiche, o in­tuizioni di chi viveva ancora in arinonia con la natura, o forse l'insegnamento rubato o volutamente suggerito da qual­che Maestro dei Miste­ri: esattamente non sap­piamo come, ma il cul­to dello "Spirito del Grano" è esteso in ogni continente. Fa parte di quelle "idee universali, è come l'intuizione embrionale di una gran­de verità, che il conta­dino trasporta nella pro­pria realtà quotidiana. D'altra parte non si può negare che l'agricoltu­ra a livello di popola­zioni non sia una prima vittoria collettiva sul Serpente, con essa l'uo­mo impara a non vivere più alla giornata e si sottrae alla competizio­ne con gli animali per hi caccia delle prede. L'Oro che riempie i campi ad ogni anno fa parte dell'anima del contadino, è frutto dei suo lavoro e della sua sapienza, in questo assomiglia molto all'Oro dei Filosofi, che deve contenere in sé anche questo rispetto per la creazione e per tutti gli altri esseri viventi.

 Le usanze popolari.

Le usanze legate al Raccolto, come gia detto, sono numerose e diffuse in tutto il mondo. Si pensava ad esempio che lo Spirito del Grano indietreggiasse davanti ai colpi di falce dei mietitori per rifugiarsi nell'ultimo covone, il quale meritava pertanto un trattamento molto particolare. In Germania questo covone viene portato a casa in trionfo, oppure, come usa vicino a Danzica, l'uomo che taglia le ultime spighe ne fa una bambola detta la "Madre del Grano", che viene appesa nel granaio, affinché conservi lo Spirito del Grano fino alla prossima semina. Lo stesso succede presso gli Slavi, dove l'ultimo covone è detto la Madre del grano, dell'orzo, della segale, ecc. secondo la coltivazione e viene usato per fare una bambola dalle virtù propiziato­rie. In Scozia la bambola è la "Vecchia dei Grano", nel Galles la Strega del Grano" e può avere, virtù sia benefiche che malefiche soprattutto per i campi dei vicini. In Lituania l'ultimo covone si chiama "Boba" (la Vecchia); in Russia viene intrecciato a forma di donna e portato alla fattoria tra canti e balli, men­tre i Bulgari lo chiamano la "Regina del Grano". In America lo Spirito del Grano è lo "Spirito del Granturco", nel Perù ad esempio, si fa una bambola di steli di Granturco che ha, tra l'altro, il compito di preservare la forza dello Spirito. In Oriente troviamo le stesse usanze, ad esempio gli indonesiani per trattenere lo "Spirito dei Riso" usano vari espedienti, come cestini speciali in cui racchiuderlo. Gli abitanti di Sumatra riservano parti­colari cure alla "Madre dei Riso" che cresce al centro della coltivazione. E così via potremmo continuare con esempi all'infinito, spaziando dalle cruente ceri­monie degli Atzechi e dei Khond, fino all'esoterico simbolismo dei Misteri Eleusini dell'antica Grecia. In tutti questi Riti agresti, il denominato­re comune è la protezione dei lavoro svolto, affinché assuma caratteristiche eterne. Una spiegazione esoterica dello Spirito dei Grano, cioè del simbolismo del Rac­colto, la possiamo trovare nel Ciclo di Osiride dell'antico Egitto, che rappre­senta il culmine dei pensiero magico­ religioso Egizio e che altri non è che la più antica formulazione del Festival del Raccolto.

  “L'anima umana informa di Leone, Sta serena di fronte all'avversario. Il Drago "emblema d'ogni tua passione" Ora per te significa il contrario. ” (Da Zoroaster   tradotto nel 1236 Anno Christi  scritto nel 1996 Anno Mundi)

 

Il Ciclo di Osiride nell'Antico Egitto.

La divinità principale dell'Egitto era Osiride, figlio di Nut e Geb (rispettivamente il Cielo e la Terra), fratello e spo­so di Iside. Osiride dopo aver regnato e insegnato agli uomini l'agricoltura fu ucciso da Set (suo fratello e sposo di Nephytis, anch'essa sorella dei prece­denti, ossia la quarta figlia di Nut e Geb); chiuso con l'inganno in un sarcofago fu gettato nel Nilo. La morte di Osiride è una caduta sul piano terreno, infatti il sarcofago in cui è chiuso viene avvolto da un albero di erica, il che equivale ad una incarnazione. Iside dopo lunghe ricerche riesce a ritrovare il tronco con Osiride e a ripor­tarlo in vita. Dalla loro unione nascerà Horus, il futuro faraone (che si reincar­nerà poi in ogni successivo faraone). Anche il malvagio Set però, aiutato a sua volta dalla fortuna, trova il corpo di Osi­ride e lo smembra in 14 pezzi che di­sperde. Si ha poi la ricostruzione del corpo di Osiride da parte di Iside e grazie all'Arte di Anubis (il dio dalla testa di sciacallo) e infine la resurrezione di Osi­ride, che viene eletto da Ra come signo­re dell'oltretomba e giudice dei morti. Questa descrizione del mito è molto sem­plificata, e molti particolari interessanti sono stati omessi, il nocciolo della nar­razione e del messaggio esoterico è però tutto presente.

Il Ciclo di Osiride veniva celebrato e rinnovato ogni anno nell'antico Egitto con Rituali che ne rappre­sentavano dapprima il regno, poi la morte e incarnazione nel tronco di erica, la seguente morte da smembramento e in­fine la ricostruzione del corpo e la resurrezione. Osiride è lo Spirito del Grano, che viene semi­nato, raccolto e smem­brato dalla mietitura e dalla semina e di nuovo ricomposto, affinché possa ridare abbon­danti raccolti l'anno seguente. E come gli Arabi moderni, seppel­liscono l'ultimo covone, il Vecchio" nel campo delle messi, pregando che possa risorgere dai morti, così gli antichi contadini egiziani seppellivano nel campo una statuetta dei dio Osiride, fatta di terra e di chicchi di gra­no, affinché germogliando facessero ri­sorgere il dio smembrato dalle falci du­rante il raccolto. Cosa si nasconde dietro il Mito? Ovvia­mente per gli spiriti più semplici. la verità è quella di propiziare i I raccolto, ma come sempre il linguaggio esoterico nasconde più strati di verità, e tanto più chi medita è elevato, tanto più in pro­fondità sa spingersi. I più attenti avranno già notato la com­posizione "quaterna" dei Panteon egi­ziano, dalla prima coppia di opposti Nut/Geb (Cielo/Terra) nascono 2 coppie di gemelli Osiride/Iside, Set/Nephytis. Osi­ride rappresenta la parte solare, bene­fica, razionale, Set è la parte malvagia, oscura, caotica. La psicologia moderna non ha difficoltà ad attribuire a queste quattro figure altrettante parti del "Sè", ne è difficile il passo che ci mostra il pa­ragone tra l'incarnazione di Osiride, la ricongiunzione con la sua parte 1unare" Iside, e il successivo smembramento con la Sostanza mescolata della nigredo de­gli alchimisti. Segue poi la lenta ricom­posizione e l'imbalsamazione ad opera di Anubis (che era figlio dello stesso Osiride e di Nephytis, e quindi un "frutto" interno della quaterna iniziale). Lo stadio è quello della morte iniziatica", a cui segue il "Risveglio" e l'elezione a signore dell'oltretomba, ovvero l'acqui­sizione del dominio completo delle quattro funzioni del Sè. Infatti il malvagio Set alla fine viene bat­tuto da Horus (figlio di Osiride e di Iside) e viene evirato (il Serpente viene privato della capacità di replicarsi a piacimento), mentre Horus perderà un occhio (ossia la capacità di comprendere con facilità determinate conoscenze troppo esoteriche) e si reincarnerà in tutti i successivi faraoni. Set sconfitto (ossia il Serpente domato) viene costretto da Ra a restare a prua dei Carro del Sole, dove con un remo deve tenere lontane le forze del Caos (le stesse di cui faceva parte) affinché non venga mai interrotto il trion­fante percorso della ragione e della co­noscenza iniziatica. Significati analoghi li troviamo nel mito di Demetra, da cui trassero origine i Misteri Eleusini, oppure nelle coppie Tammuzllsthar, Baal/Anot, Adone/Afro­dite. Come già detto, tradizioni simili allo Spirito del Grano si trovano presso tutti i popoli del mondo: la Bambola del Grano. che, in Scozia, ornata di nastri. viene attaccata ad un muro della fattoria è una sorta di secondo corpo in cui lo Spirito del Grano può rivivere, come

 

Leone che divora il Serpente. E' lo stadio culminante della Grande Opera. La parte oscura, Lunare, viene assimilata dalla parte Solare, la Pietra dei Filosi si completa [Zoroaster (anno 1236)].

 

Osiride ricomposto dall'Arte di Anubis. Questo è anche il valore della Bambola del Mais confezionata e conservata in Perù, e lo stesso dicasi del cestino ricettacolo delle Indie Orientali in cui la Sacerdotessa del riso raccoglie l'Anima del Riso; e così per tutti gli altri esempi già riportati. Quindi il Festival del Raccolto, che sem­brava non avere radici, si rivela essere la Festa più popolare e più antica del mondo, inoltre in esso sfociano molte. se non tutte, le dottrine esoteriche, sia occidentali che orientali, trovando pro­prio e solo nel Raccolto la loro sintesi e la loro completa giustificazione.

Il Frutto della Grande Opera.

“Ecco l'insolito segreto, fratelli, ciò che è completamente sconosciuto. Eccovi la verità che vi è stata rivelata. Guardate come innaffiate la vostra terra e come fate crescere i vostri semi, in modo da poter raccogliere quando tutto è matu­ro!”. [Dal "Libro di Comario, filosofo e grande sacerdote, che ha insegnato a Cleopatra la divina, la Sacre Arte della Pietra Filosofale "].

A nulla serve aver tanto seminato se non si giunge al prezioso momento del Raccolto, così come il contadino raccoglie lo Spirito del Grano, affinché non vada perduto al prossimo Ciclo del Serpente,

 così l'Iniziato, e questa è la vera interpretazione del Raccolto, deve fortificare la sua Pietra ancora in fase di formazione, in modo che non svanisca e con essa tutto il lavoro eseguito, ma si solidifichi e sia il punto di partenza su cui continuare ad edificare nel ciclo venturo. La Kundalini, il Serpente domato, continuerà allora la sua ascesa, salendo Anno dopo Anno di un altro gradino, e, come spiega lo yogi Ramakrishna (1836-1886) “I fiori di loto dei vari centri sbocciano al suo passaggio”.

 I Maestri dell'Ermetismo raffigurano questo delicato passaggio, come un Leo­ne che divora un Drago: è la conquista definitiva, solare della parte oscura, è Osiride che risorge e diventa sovrano di questo mondo, attraverso il figlio Horus, e dell'altro, in quanto eletto Giudice Su­premo. Divorare una cosa, nel linguaggio ermetico, indica anche assorbirne tutte il potere. Ad esempio, tornando alle tradizioni popolari del Raccolto, nel Wermland, in Svezia, il grano dell'ulti­mo covone invece di essere conservato e aggiunto alla semente, viene impastato a forma di statua e viene mangiato da tutti i membri della famiglia, lo stesso avvie­ne in certe regioni della Francia, in Lituania, presso gli Aino del Giappone, nell'Africa Orientale e in molti altri posti ancora. In tal modo si crede che lo "Spirito del Grano" o del riso, trasferi­sca ai contadini stessi il potere di assi­curare messi abbondanti la prossima stagione. Ovviamente si tratta di una interpretazione profana che non è che un riflesso del più profondo significato esoterico dell'antichissimo Festival dei Rac­colto e probabilmente oggi queste usan­ze sono divenute solo un occasione di folklore e di festeggiamenti popolari.

 Un Festival molto importante e ricco.

 Sono certo che dopo questa esposizione, in cui ho in parte ripreso argomenti già visti nei precedenti ma che meritano di essere riesaminati e attentamente meditati, molti cominceranno a farsi un'idea più globale dell'Anno Magico. Il raccolto è la Festa delle Feste dell'Anno Magico. la più ricca, la più fondamentale, tale per i risultati, la più segreta, benché diffusa ovunque nelle tradizioni popolari. Ad essa seguirà il Festival di Micha­el Superno, il più mistico, il più denso di valori trascendenti, e infine il viaggio potrà ricominciare ad Halloween, ogni volta ad un livello superiore.


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